Professionisti
Introduzione
Il libero professionista è colui che esercita un'attività che prevede l’esecuzione di un’opera o di un servizio dietro pagamento di un corrispettivo. Non ha alcun vincolo di subordinazione verso il committente e organizza l’attività con il lavoro prevalentemente proprio.
Requisiti
Per esercitare la loro attività, i liberi professionisti, devono possedere requisiti di legge che variano da Stato a Stato. Il lavoro di libero professionista prevede l'apertura della partita IVA e la presentazione della richiesta di attribuzione della stessa all'Agenzia delle Entrate della zona di residenza del richiedente. Per quanto riguarda gli aspetti fiscali e burocratici relativi alla libera professione, dobbiamo effettuare un distinguo principale tra liberi professionisti iscritti ad albi professionali ( dottori commercialisti, avvocati, medici ) e professionisti non iscritti ad alcun albo ma che svolgono anch’essi attività professionali ( consulenti informatici, consulenti aziendali, amministratori di condominio… ):
- per i primi infatti bisognerà iscriversi alla Cassa di Previdenza propria dell’ordine professionale di appartenenza;
- per i secondi sarà obbligatoria l’iscrizione alla gestione separata dell’INPS.
Costi
Il neo professionista che si affaccia al mondo del lavoro, oltre a considerazioni e scelte di ordine fiscale e contributivo, deve fare anche un analisi di carattere economico-finanziario, ovvero deve prevedere tutta una serie di costi, che nello specifico possono essere:
- “fissi”, quali per esempio la quota associativa annuale per l’iscrizione all’ordine, piuttosto che i contributi previdenziali “minimi” soggettivi, integrativi e di maternità, o ancora la dotazione minima patrimoniale iniziale ( costituita da un pc, da un cellulare, da un programma di software, dall’attrezzatura tecnica );
- “variabili”, ovvero quelli legati in un modo o nell’altro alla quantità di reddito prodotto o alle prestazioni effettuate, quali per esempio i contributi previdenziali eccedenti il minimale, i costi per l’acquisizione di materiale di consumo quali la cancelleria e il funzionamento dello studio in generale, le imposte dirette etc...
Particolarità
La Corte di Cassazione ha stabilito che per i professionisti vale il principio di cassa, in base al quale:"l’importo di fatture emesse dal professionista nell’anno d’imposta oggetto di accertamento da parte dell’Ufficio, ove sia comprovato dal contribuente che l’incasso è avvenuto in epoca ad esso successiva, non concorre alla determinazione del reddito da lavoro autonomo del professionista ai fini Irpef per l’anno oggetto di accertamento". Ovvero concorrono alla formazione del reddito, solo i compensi effettivamente incassati nel corso dell’anno; in analogia anche le spese ( salvo alcuni casi particolari, quali le quote di ammortamento, i canoni di leasing e la quota del TFR ) possono essere dedotte solo se effettivamente sostenute nel corso del periodo d’imposta.